Doping o Zen

Il seguente articolo è stato scritto da Amanda Gesualdi e pubblicato sulla rivista Tennis World Italia di Luglio 2011, tradotto in inglese 

per la rivista “Tennis World USA”, e sul libro Tennis Olistico. Sul tema Doping è possibile visitare la Playlist Doping sul Canale Video di Amanda Gesualdi, in particolare il video Doping: cosa fare?.

“La scienza ha enunciato più volte, a più riprese, che l’essere umano utilizza meno del 5% della propria “mente”, delle risorse e 

potenzialità psichiche. Questa affermazione conferma quanto sia importante attingere alle proprie fonti interiori attraverso percorsi 

evolutivi ed a carattere spirituale. Ho fondato nel 2009 una Scuola di Discipline Bio-Naturali con lo scopo di indirizzare gli Atleti verso 

la scoperta e l’utilizzo del loro potenziale. Tra queste discipline vi è la Meditazione. Sono da sempre molto sensibile al tema del doping. 

L’Uomo, non riuscendo a sfruttare a pieno, ed in modo ottimale le sue capacità energetiche, cade nel tranello, nella “tentazione”, di 

potenziarsi attraverso il doping. E’ inutile nascondersi dietro un dito, tutti sanno, consciamente o inconsciamente, che il doping è una 

realtà. E’ sempre più presente e prepotente! Il vero danno è che non esiste soltanto ad altissimo livello, dove doparsi può voler dire 

diventare ricco e famoso, ma anche a livello amatoriale, semplicemente per essere più competitivi. Questo è un argomento triste, 

e nel nostro innocente romanticismo, crediamo e vogliamo il finale a lieto fine, che vuol dire, illudersi che non sia così. Qui di seguito 

vi darò qualche informazione in più riguardo al doping, alla regolamentazione ed alla diffusione. Tenete presente che stiamo toccando 

un argomento corrotto, che posa su un sistema corrotto, dove qualcuno viene “beccato” ed altri no. Ma la cosa che più mi stupisce è: 

come far finta che tutto questo non esista? Ci sono atleti che perdono peso e mettono massa in tempi fantascientifici; ci sono atleti che 

pur avendo una ipertrofia straordinariamente pronunciata, riescono ad essere veloci, forti, resistenti, elastici, nello stesso istante! 

Questo si chiama barare, chi applaude non sa cosa sta facendo … I giovani tennisti ed atleti crescono con degli stereotipi falsi, che 

schiacciano il livello di autostima, quello che guardiamo non è sport, ma videogames! 

Mi viene da aggiungere MEDITATE GENTE, MEDITATE!

Il doping è l’uso (o abuso) di sostanze, o medicinali, con lo scopo di aumentare artificialmente il rendimento fisico e le prestazioni 

dell’atleta. II ricorso al doping è un’infrazione sia all’etica dello sport, sia a quella della scienza medica. Fino al 1889, la parola “dope” 

era usata relativamente alla preparazione di un prodotto viscoso e denso di oppio da fumare, e durante gli anni ’90 si estese a 

qualsiasi droga narcotica-stupefacente. Nel 1990, “dope” veniva anche riferito alla preparazione di droghe designate a migliorare la 

prestazione delle corse dei cavalli. I regolamenti sportivi vietano il doping, regolamentando strettamente le tipologie e le dosi dei 

farmaci consentiti, e prescrivono l’obbligo per gli atleti di sottoporsi ai controlli antidoping, che si effettuano mediante l’analisi delle 

urine e in alcuni casi anche del sangue (controlli incrociati). Gli atleti che risultano positivi alle analisi vengono squalificati per un 

periodo più o meno lungo; nei casi di recidiva si può arrivare alla squalifica a vita. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha 

istituito un’apposita agenzia, la WADA, che si occupa della lotta al doping. Negli ultimi anni in Italia, ed in altri paesi, il doping è 

diventato un reato e rappresenta una frode sportiva. La legge n. 376 del 14 dicembre 2000 (“Disciplina della tutela sanitaria delle 

attività sportive e della lotta contro il doping”) dovrebbe consentire un’individuazione più precisa del fenomeno doping permettendo 

di colpire più efficacemente una pratica che in precedenza era sanzionabile solo sul piano sportivo. È punibile sia l’atleta che fa uso di 

sostanze dopanti, sia il medico che le prescrive o somministra, sia chi fa commercio dei farmaci vietati. Purtroppo poco si sa degli 

effetti collaterali dati dalle sostanze somministrate agli atleti, mentre evidenti sono i miglioramenti in termini di struttura fisica e 

risultati agonistici, specialmente per le atlete donne che vengono “trattate” con ormoni maschili. Ciò ha portato a gravi danni fisici 

e psicologici per molte atlete e c’è anche chi addirittura come la pesista Heidi Krieger è stata costretta, visti gli ormai enormi 

cambiamenti nel fisico, a diventare uomo. 

Casi particolarmente clamorosi di doping sono stati quello di Ben Johnson, squalificato ai Giochi olimpici di Seul nel 1998 dopo aver 

vinto la corsa dei 100 metri piani e stabilito il nuovo record del mondo (che venne annullato), quello di Marco Pantani, escluso dal Giro 

d’Italia del 1999 alla vigilia della penultima tappa mentre era largamente in testa alla classifica (Pantani non risultò positivo a sostanze 

dopanti, ma il suo ematocrito era superiore al valore massimo consentito) e quello di Marion Jones, rea confessa di doping, e per 

questo privata di tutte le sue medaglie olimpiche. Nonostante i controlli, l’uso di sostanze e terapie dopanti è diffuso non solo nello 

sport professionistico, ma anche in quello dilettantistico e perfino amatoriale. Attorno al fenomeno del doping c’è un giro d’affari che 

in Italia è stimato in circa 600 milioni di euro. È in corso un acceso dibattito sul significato della parola doping e sui risvolti che esso 

comporta: non tutti concordano con la negatività del doping nella pratica sportiva. Vi è infatti chi sostiene che sarebbe più logico 

liberalizzare in quanto troppo diffuso nella maggior parte degli sport agonistici e quindi fattore discriminante tra chi ne fa uso e chi 

non ne fa uso. Vi è infine un appunto riguardante la relatività del doping. Quelle sostanze che oggi sono considerate dopanti in un 

futuro non molto lontano potrebbero essere considerate integratori o supplementi! Spesso le sostanze vengono somministrate dagli 

allenatori stessi agli atleti che, forse inconsapevoli del danno che il doping provoca, accettano. Alcune sostanze dagli effetti terapeutici 

come ad esempio la somatotropina (utilizzata con successo contro malattie come nanismo, osteoporosi, impotenza, stanchezza), 

l’insulina (ormone anabolizzante potentissimo, indispensabile contro il diabete mellito di tipo 1), il testosterone (utilissimo contro 

osteoporosi, impotenza, stanchezza, anemia, diabete mellito tipo 2) o l’eritropoietina (contro alcune forme particolarmente gravi di 

anemia e le paralisi da trauma spinale) sono state col tempo demonizzate a causa dell’uso antisportivo che spesso ne viene fatto. 

L’utilizzo sportivo di queste sostanze ha causato una campagna mediatica di critica nei confronti delle sostanze anabolizzanti (che 

aumentano cioè la sintesi proteica), che di fatto ha limitato il loro uso terapeutico e legale ed ha aumentato quello illegale, con grave 

danno per la salute pubblica. Anche il comportamento dei medici è stato molto criticato, infatti l’omertà che la medicina ha avuto circa 

gli effetti positivi e negativi degli ormoni anabolizzanti ha aumentato il divario di fiducia tra i medici e i preparatori atletici, il che ha 

provocato un aumento del mercato nero degli anabolizzanti (simile a quello della droga).

Contrastare ogni forma d’inquinamento farmacologico e di doping nello sport dovrebbe essere l’obiettivo prioritario di ogni Società 

Sportiva, di ogni Coach, di ogni Atleta, ecc., con la consapevolezza che esistono molte forme di doping e che non riguardano 

esclusivamente lo sport di vertice, ma anche quello amatoriale, senza distinzione di età. C’è una cultura degli additivi farmacologici e 

del doping diffusa anche nello sport di base; negare questa realtà equivale ad essere complici della massiccia e impropria diffusione di 

medicinali superflui, se non dannosi. La Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti), oltre all’impegno per garantire il diritto allo sport per tutti 

i cittadini, ritiene altrettanto doveroso garantirlo pulito. Per questo, ha promosso una campagna di sensibilizzazione rivolta agli studenti 

delle scuole medie inferiori e superiori, con la produzione di materiali informativi rivolti anche ai genitori, nonché l’organizzazione di 

incontri cui hanno partecipato atleti, giornalisti e medici sportivi. Il doping è sicuramente arrivato prima negli sport a forte componente 

fisica (atletica leggera, ciclismo, ecc.), ma oggi è una triste realtà anche nel tennis. La morale non è cambiare il mondo, ma cambiare 

se stessi. Mi torna alla mente un film che fece scalpore negli anni novanta “Indecent proposal”, “Proposta indecente”; dove una giovane 

e felice coppia di sposini, sul lastrico economicamente, si fanno comprare da un ricchissimo uomo d’affari per un milione di dollari 

(all’epoca una cifra enorme), in cambio di una sola notte d’amore con la giovane donna. Sicuramente non è facile prendere delle 

decisioni quando non siamo “toccati” dalla smania di potere e ricchezza, come tutte le cose, bisogna trovarcisi. Ma una volta venduta 

l’anima cosa ci rimane? Lo Zen è una possibile via per incontrare la propria anima e conoscerne i suoi tesori!”

 

Author: Tennis Olistico

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